L'arte, nella sua forma più profonda e autentica, non è semplicemente un'espressione estetica, ma un processo iniziatico, un viaggio attraverso le dimensioni nascoste dell'essere.
Quando un artista "spontaneo" crea, non lo fa con l'intento di compiacere lo spettatore ma piuttosto per tradurre i codici subcoscienti del proprio vero Io, rivelando ciò che è sepolto nelle profondità dell'inconscio, celato nel buio della dimenticanza del Sé, come insegnano le più antiche tradizioni gnostiche e filosofiche.
Il termine arte spontanea è stato coniato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet che così definiva il fenomeno:
“L'arte grezza designa “lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali, messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture, ecc.) dal loro profondo e non stereotipi dell'arte classica o dell'arte di moda.”
In questo contesto, l'artista non rappresenta solo un creatore, ma un vero e proprio iniziato che, attraverso il suo processo creativo, intraprende un percorso di auto-indagine.
L'arte diventa il mezzo con cui l'artista contempla esteriormente quelle parti di sé che sono nascoste, oscure, che sfuggono alla comprensione immediata.
Come uno specchio simbolico, l'opera riflette ciò che è stato dimenticato: il Sé autentico, il divino interiore, quell'essenza che l'artista tenta di riportare alla luce attraverso la creazione.
L’Opera come Specchio del Sé: Un Codice da Decifrare
Ogni opera d'arte creata in questo contesto è, a tutti gli effetti, un enigma. Essa è composta da simboli, forme e strutture che nascono da quel processo intuitivo e spontaneo che affiora dal profondo dell’inconscio.
Questi simboli universali, radicati nell'inconscio collettivo (come suggeriva Carl Gustav Jung), non sono semplicemente messaggi privati ma portano con sé una matrice che può essere decifrata e compresa anche da altri. Il simbolo non è solo l'espressione del vero Io dell'artista, ma diventa una traccia universale attraverso cui altri possono compiere lo stesso viaggio di introspezione.
L'artista, nel tradurre inconsapevolmente questi codici, inizia un percorso di rivelazione progressiva: ogni opera non è altro che un frammento di verità che l'artista, per primo, tenta di comprendere e integrare. Attraverso il simbolo, l'artista svela a sé stesso ciò che non è immediatamente visibile, o comprensibile, nella propria vita cosciente.
Ogni opera è un messaggio a sé stesso, un tentativo di illuminare il buio interiore e fare chiarezza su ciò che l'artista realmente è.
Simboli Universali: L’Osservatore come Iniziato
L’universalità dei simboli è la chiave che permette a questo processo iniziatico di assumere caratteristiche collettive. Quando l'osservatore si confronta con l'opera d'arte, diventa a sua volta parte del processo iniziatico. Il simbolo, proprio per la sua natura universale, permette all'osservatore di entrare nel viaggio dell'artista e di identificarsi con i suoi enigmi.
Ogni opera, allora, diventa un tracciato da seguire, un sentiero disseminato di indizi che, se seguiti con attenzione e meditazione, conducono l’osservatore verso la propria illuminazione.
L'osservatore, forte della capacità del simbolo di parlare una lingua universale, si impegna nella decodifica dell'opera come se stesse risolvendo un enigma personale. La contemplazione dell'opera diventa, così, un viaggio interiore, un percorso di disvelazione che riflette il cammino stesso dell'artista. In questo senso, l'opera è duplice: essa è contemporaneamente espressione inconscia dell’artista e strumento di evoluzione per l’osservatore.
Come l’artista cerca di comprendere meglio sé stesso attraverso l’opera, così l’osservatore, meditando su di essa, può giungere a una comprensione più profonda del proprio Sé.
L’Arte come Viaggio Iniziatico: Disvelazione dopo Disvelazione
L'arte iniziatica non si conclude mai con un’unica opera o con una singola rivelazione. Essa è un percorso continuo, fatto di disvelazioni progressive.
Ogni nuova opera, sia per l'artista che per l'osservatore, rappresenta una fase del viaggio, un passo verso la comprensione più illuminata della propria essenza. È un processo dinamico, in cui non esiste un punto di arrivo definitivo, ma una continua evoluzione, uno svelamento graduale del Sé.
Il simbolo, in quanto linguaggio nascosto, ha questo potere rivelatore: in ogni nuova fase del percorso.
Esso si trasforma, offrendo nuove chiavi di lettura, nuovi spunti per esplorare dimensioni sempre più profonde dell'essere. Ciò che all’inizio può sembrare oscuro o criptico, con il tempo e la riflessione, si rivela essere un messaggio chiaro e luminoso. Questo processo di illuminazione è il vero scopo dell'arte spontanea che possiamo definire, in questo contesto, arte iniziatica.
Arte e Iniziazione: Un Percorso Universale di Auto-Comprensione
Alla base di questo processo vi è un principio fondamentale: l'arte iniziatica è un percorso universale di auto-comprensione. Come l'artista usa la propria opera per entrare in contatto con il proprio Sé nascosto, così l’osservatore, riflettendo sulle stesse opere, può intraprendere un percorso simile di indagine interiore.
Ogni simbolo, ogni segno, ogni colore diventa una porta verso la consapevolezza, un invito a riscoprire ciò che è stato dimenticato.
Questo parallelismo tra l’artista e l’osservatore è la chiave che rende l'arte iniziatica un fenomeno universale: anche se ogni opera è unica e personale, essa è capace di toccare l’esperienza umana collettiva, permettendo a chiunque di intraprendere lo stesso cammino di conoscenza e rivelazione.
Conclusione: L’Arte come Specchio dell’Anima
In definitiva, l’arte iniziatica rappresenta un viaggio nelle dimensioni dell’essere, un percorso che parte dall'inconscio dell'artista e si estende a chiunque sia disposto a meditarci sopra.
Le opere create spontaneamente non sono semplici espressioni estetiche, ma codici nascosti che permettono all'artista di confrontarsi con il proprio Io più profondo e, allo stesso tempo, offrono all’osservatore la possibilità di percorrere lo stesso cammino.
L'arte diventa così un veicolo di conoscenza, una via di iniziazione che, disvelazione dopo disvelazione, porta alla luce ciò che era nascosto nel buio dell'inconscio.
Nel contemplare e decifrare l'arte, sia l’artista che l’osservatore possono giungere a una comprensione illuminata del Sé, scoprendo così quella verità universale che giace sotto la superficie delle cose.
Bibliografia:
1. Carl Gustav Jung, Simboli della trasformazione, Bollati Boringhieri, Torino, 2010.
o Per una comprensione approfondita della natura dei simboli e del loro ruolo nella psiche umana, sia individuale che collettiva.
2. Mircea Eliade, Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.
o Indaga il ruolo del sacro e la sua manifestazione attraverso il simbolo e i rituali, con implicazioni per l'arte e la dimensione iniziatica.
3. Rudolf Steiner, L'arte dell'educazione artistica, Editrice Antroposofica, Milano, 1980.
o Steiner esplora l'arte come strumento di sviluppo spirituale e di auto-comprensione, concetti chiave nell'arte intuitiva e iniziatica.
4. Joseph Campbell, L'eroe dai mille volti, Feltrinelli, Milano, 2017.
o Analizza il percorso dell'eroe e i simboli universali che lo accompagnano, con implicazioni per l'artista come viaggiatore iniziatico.
5. Plotino, Enneadi, Bompiani, Milano, 2000.
o Un'opera che esplora la filosofia neoplatonica e la riscoperta dell'Uno, elemento centrale nel concetto di arte come viaggio verso il Sé autentico.
6. Alfred North Whitehead, Processo e realtà, Il Saggiatore, Milano, 1979.
o Una visione cosmologica che esplora l'universo come processo in evoluzione, con paralleli all'arte come processo di scoperta.
7. René Guénon, Il simbolismo della croce, Adelphi, Milano, 1975.
o Una delle opere fondamentali per comprendere il simbolismo della croce e la sua applicazione ai percorsi di conoscenza e iniziazione.
8. Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano, 1982.
o Offre una visione che intreccia misticismo orientale e scienza moderna, utile per comprendere il parallelismo tra l'arte iniziatica e le teorie cosmologiche.
9. Eliade Mircea, Miti, sogni e misteri, Rusconi, Milano, 1975.
o Un'analisi delle strutture mitiche e simboliche alla base del percorso iniziatico, essenziale per una comprensione dell’arte come linguaggio dell'inconscio.
10. James Hillman, Il codice dell'anima, Adelphi, Milano, 1997.
· Un'opera che esplora il viaggio dell'anima attraverso simboli e miti, utile per analizzare l'approccio dell'arte come mezzo per accedere alle dimensioni interiori dell'essere.
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