Tra il 2006 e il 2010 ho vissuto, assieme alla mia famiglia, nell'isola di Pantelleria ed ho potuto apprezzarne, oltre che la bellezza selvaggia, anche la fioritura archeologica, argomento che mi appassiona da sempre.
Ricordo che, aggirandomi solitaria tra gli scavi di Mursia che, all'epoca, erano completamente privi di protezione, sovente mi capitava di trovare, all'interno delle murature delle capanne, resti di ossa, soprattutto di dentature che la mancanza di esperienza non mi ha permesso di identificare. Non so se ci erano finite per sbaglio o se, in una determinata epoca fosse in uso mescolare ogni residuo in una sorta di impasto atto alla realizzazione di muri e pareti o se, mi riferisco alla parte sotto strada, quelle capanne fossero residui templari o cimiteriali; ciò che è certo è che quella scoperta è rimasta incisa a fuoco nella mia memoria.
Ed è proprio della gestione del fuoco, o meglio, dei focolari, che vorrei trattare in questo articolo.
Scavando all'interno delle strutture ovali o pseudocircolari del villaggio, diviso in una parte alta ed una lato mare, dalla strada perimetrale che serpeggia lungo tutto il perimetro dell'isola, sono stati rinvenuti diversi sistemi di produzione di cottura e, se quelle a piastra o scavate nel piano di calpestio risultano comuni in diverse aree mediterranee dell'etò del bronzo, quella che mi lascia perplessa è la forma di cottura a cista litica, parzialmente interrata che risulta, invece, una singolarità.
Non vi sono, infatti, altre evidenze archeologiche, in luoghi diversi dal vilalggio di Mursia, su questo sistema di focolare.
Innanzitutto vediamo cos'è una una cista litica: consiste in un manufatto composto da quattro lastre di pietra interrate e disposte verticalmente a formare una cassetta di dimensioni variabili. Quelle rinvenute negli scavi più profondi all'interno delle capanne di Mursia, quindi risalenti all'epoca più antica, hanno domensioni variabili da 25 a 60 cm di lato. In alcune capanne ne sono state trovate fino a tre e la mia domanda è a che cosa servisse realizzare tre focolari all'interno di una sola abitazione anziché, ad esempio, realizzarne uno più grande, all'occorrenza.
Nell'immagine sotto, tratta da “ Focolari e piastre di cottura nell'abitato dell'età del Bronzo di Mursia (Pantelleria TP) di Alessandro Peinetti, sono visibili i diversi sistemi di cottura rinvenuti nelle capanne e loro descrizioni.
Le foto B e C indicano le ciste litiche cui viene attribuita la funzione di combustione alimentare.
Tale supposizione è rafforzata dal fatto che, all'interno delle stesse, sono stati rilevati elementi organici corrispondenti a cenere e carbone nonché un effetto rubescente sul fondo a testimoniare un forte calore.
Le ciste litiche nelle capanne di Mursia
Nelle immagini è possibile vedere la pianta delle abitazioni e le tipologie di focolari che sono stati ritrovati all'interno delle stesse.
Possiamo notare che, nel settore A, esistono in tutte le capanne focolari a piastra o a pavimento ma soltanto in due di esse sono presenti focolari a cista litica, in una delle quali in numero di due.
Stessa cosa nel settore D in cui soltanto due capanne sono provviste di cista litica in aggiunta da altro tipo di focolare.
Nei resoconti ufficiali sono rese le seguenti descrizioni delle capanne dei due settori, in cui sono presenti le ciste litiche:
Capanna A 4: all'interno sono state rilevate due ciste litiche che condividevano una lastra parietale. All'interno erano presenti diversi frammenti ceramici ma non vi era traccia di combustione. (TOZZI1968, p. 324 e tav. I). Un'altra cista litica è stata riferita ad un'epoca precedente ed era interrata nel primo battuto pavimentale e costituita da tre lastre poste verticalmente. All'interno sono state trovate abbondanti tracce di combustione.
Capanna A5: è presente una cista litica interrata e composta da tre lastre verticali. Accanto ad essa è stato rinvenuto un vaso litico accanto al quale era stata scavata una piccola buca contenente sabbia e frammenti di gusci di piccoli molluschi. (TOZZI(1968, pag. 326)
Capanna D7: presenza di cista litica risalente alla prima fase di costruzione, composta da 4 lastre verticali infisse nel pavimento per una profondità di 30 cm. Le dimensioni della cista sono di 62x54 cm. All'interno insiste un nutrito strato di sedimento carbonioso.
Capanna D1: una cista litica ed una piastra di cottura sono poste l'una accanto all'altra.
Dunque la presenza della cista litica sembra riservata soltanto a queste 4 capanne di cui una costituita da tre ciste anche se appartenenti, sembra, ad epoche differenti.
La prima domanda che viene da porsi è il perché non sono stati utilizzati gli stessi sistemi di cottura in tutte le capanne, in ogni determinata fase di costruzione.
La seconda domanda è perché, se le ciste litiche erano destinate alla funzione di focolare, in una di esse non sono state trovate tracce di combustione bensì frammenti di anfora litica.
La risposta a questi quesiti potrebbe risiedere in una indagine successiva del sito in cui sono stati rinvenuti, nelle stesse capanne, dettagli interessanti che aprono ad una ipotesi interpretativa plausibile, seppure non ancora presa in considerazione.
“Si tratta di una struttura a “cassetta” costituita da 4 lastre infisse verticalmente, sporgenti sul livello pavimentale e solidamente piantate nel terreno; sul lato settentrionale della cista si osserva un’inzeppatura di piccole pietre con funzione di contenimento della struttura; la lastra orientale della cista risulta addossata a una grande lastra di pietra posta di taglio (US 1344) (Fig. 15B), la quale a sua volta si appoggia all’estremità meridionale del muro 1389, segnando una delimitazione fisica rispetto agli strati e le strutture retrostanti, sul lato orientale; a Mursia sono documentate simili lastre infisse verticalmente e inserite nella tessitura dei muri: talvolta sembrano segnare il punto di innesto e collegamento tra setti murari distinti; talvolta fungono da elementi di chiusura o tamponamento di preesistenti porte defunzionalizzate, ipotesi che può essere presa in considerazione per il caso in esame. All’interno della cista è depositato uno strato di riempimento di colore bruno-nerastro e consistenza molto friabile (US 1346), contenente frr. di ossa e ceramica, alcuni dei quali combusti, e una discreta quantità di carboni. “ (LA FASE TARDA DELL'ABITATO DI MURSIA NELL'AREA NORD-OVEST DEL SETTORE B Alessandra Magrì) 1
Gli elementi interessanti del rinvenimento consistono nell'apposizione di una lastra “divisoria” presente in un lato della cista litica e il rinvenimento, all'interno della stessa, di frammenti ossei e ceramici.
Dalle notizie enciclopediche tratte da “L'archeologia delle pratiche funerarie. Europa tra preistoria e protostoria” di Enrico Pellegrini, Daniele Vitali, Luca Bachechi (2002) ho potuto rilevare che “Le sepolture collocate nell'ambito degli insediamenti sono generalmente riferibili ad individui pertinenti alla classe degli infanti e a quella dei bambini: spesso i corpi sono deposti al di sotto del pavimento delle abitazioni o nell'area di un gruppo di abitazioni, secondo un rituale che, attestato prevalentemente durante il Neolitico, si prolunga, in contesti diversi, fino all'età del Ferro ed oltre. Per comprendere il significato di questa pratica funeraria si può ricordare che in sistemi sociali nei quali il ruolo degli individui è stabilito da riti di passaggio basati su classi di età, sesso e merito individuale, la morte di soggetti che non hanno ancora raggiunto tali posizioni resta per lo più un evento confinato all'ambito strettamente familiare, che non coinvolge la comunità.”
Tali sepolture, così come avveniva nello stesso periodo storico nelle necropoli, erano effettuate in ciste litiche parzialmente o totalmente interrate all'interno delle abitazioni spesso accanto ai focolari.
“Significative a questo riguardo appaiono le sepolture nel sito di Lepenski Vir (Serbia), di attribuzione cronologica controversa, ma verosimilmente riferibili ad un gruppo in via di neolitizzazione. Qui i defunti erano deposti all'interno delle abitazioni, al di sotto o nei pressi dei focolari, mentre ai bambini era riservata la parte posteriore delle case”
E, ancora, nello stesso volume, viene confermata questa pratica nell'antica Grecia in cui pare essere stata, appunto, una “pratica comune anche per gli infanti e i bambini, talvolta inumati al di sotto dei pavimenti delle case e deposti in anfore o pithoi (enchytrismòs).”
Tornando alle domande poste precedentemente sul sito di Mursia, la mancata esistenza di ciste litiche in tutte le capanne potrebbe derivare dal fatto che esse non erano utilizzate come focolari, dato che preesistevano lastre adibite allo scopo ma venissero utilizzate quali sepolture di infanti, ipotesi sostenuta anche dai ritrovamenti di frammenti di ossa e ceramici all'interno di alcune ciste nonché dalla posizione accanto a piastre di cottura o focolari.
Ove sono stati rilevati strati consistenti di materiale di combustione è possibile siano stati accolti resti cremati degli stessi, un po' come le nostre urne cinerarie e, per attribuire una sorta di “confine” tra la vita e la morte, sia stata apposta una lastra di dimensioni maggiori che fungeva anche da lapide.
La necropoli per le sepolture adulte, come da indagini, era poco distante e ricavata in quelle costruzioni di pietra realizzate a tumulo che vengono chiamate Sesi.
Naturalmente la mia è solo un'ipotesi di lettura che potrebbe dare un significato alla presenza incostante di ciste litiche all'interno delle capanne dell'abitato di Mursia e, per avere evidenze certe saranno sicuramente necessari ancora diversi anni di scavi e rilievi essendo, la zona, vasta e di interessante portata archeologica.
Grazie
Monica Benedetti - (https://iomonicabenedetti.com/home)
Bibliografia:
Tozzi, P. (1968). Le capanne dell’età del Bronzo a Mursia. Archeologia Classica, pag. 324-326.
Peinetti, A. (2006). Focolari e piastre di cottura nell'abitato dell'età del Bronzo di Mursia (Pantelleria TP).
Magrì, A. La fase tarda dell'abitato di Mursia nell'area nord-ovest del settore B.
Pellegrini, E., Vitali, D., & Bachechi, L. (2002). L'archeologia delle pratiche funerarie. Europa tra preistoria e protostoria.
Enciclopedia dell’Arte e Archeologia Mediterranea (2022). Riferimenti alle pratiche funerarie nell’area mediterranea.
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